Architettura e modernità in Italia nella prima metà del Novecento


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Venerdì 12 dicembre 2014 alle ore 17.30, Damiano Tonelli Breschi parla di

Il moderno italiano: una o più soluzioni?

Abstract. Dagli eclettismi verso il moderno, verranno illustrati i protagonisti e i diversi percorsi dell’architettura in Italia rispetto alla grande eredità ottocentesca e alle avanguardie della prima metà del ‘900. Lo stile liberty con le sue varie declinazioni porta a compimento molte ricerche a livello tecnico ed estetico, ponendo però altre questioni cruciali.

Dopo tanta sperimentazione di nuove forme e materiali, l’impatto della Grande Guerra porterà ad una ricerca di purezza formale e a nuove proposte in quella che diviene, sotto il fascismo, l’”architettura moderna” per eccellenza. Il contributo italiano è fondamentale: celebri maestri dell’architettura, pur mantenendo delle caratteristiche proprie, riescono a compiere nella prima metà del ‘900 una parabola artistica che catalizza l’essenza della modernità nell’essenzialità del moderno allontanandosi di fatto dalla mimesi.

Il fascismo lascia in tutto il Paese indiscussi capolavori architettonici, mentre l’impossibilità di una soluzione univoca per l’architettura moderna getta i presupposti agli sviluppi e alle sperimentazioni del secondo dopoguerra.